The Prophecy
Along the strip of beach
brooding he advanced like a disease
Almost crawling around the perimeter
of the austere cathedral.
He had long been pre-empted
that every display case would remain empty
No bones to worship
The Age of the Saints
used to produce wax
it was over.
The verdict came
That black, sneaky verb
procastinated, slow, fé yes
than the sand hills
began to melt
the pillars did not hold
so that everything collapsed.
The clastic formation disintegrated
flowing to the floor
every prayer.
Orbo, obnubilata avea
The Vacant Mind
All form was lost
in the tide of clays.
Null and void was any will or sacrifice
brought in time.
The disillusioned verb remained in the area
while evil kneaded the throne.
La profezia
Lungo la lingua d’arenile
meditabondo avanzava come morbo
quasi strisciando il perimetro
dell’austera cattedrale.
Preconizzato avea da tempo
che vuota sarebbe rimasta ogni teca
senza ossa da venerare
l’epoca dei santi
servita a produrre cera
s’era conclusa.
Disaminato giunse il verdetto
quel verbo nero, subdolo
procastinato, lento, fé sì
che le colline di sabbia
iniziassero a sciogliersi
i pilastri non reggessero
affinché tutto franò.
La formazione clastica si disgregò
fluendo al piano
ogni preghiera.
Orbo, obnubilata avea
la mente vacante
ogni forma si perse
nella marea di argille.
Nullo fu ogni testamento o sacrifizio
recato a tempo.
Restò nell’aree il verbo disilluso
mentre il male impastava il trono.
The Road
Back to the fountain
To understand where you started from
In a distant time
whether calm or not
From the sun in a square
or under a black sky.
What land have you walked
Boredom o fiorita
arid wet
downhill or more uphill
If the meditated rests
They gathered fruit from the trees.
Sit down a little, leave again
Sowing abandoned stones
pieces of destiny.
You bite the words, you breathe
Sit a stop after years
Turning back
The Lacunar Vision
of a gloomy twilight.
Accompany your dull heart
At the usual pace, never a jolt
And the gaze straight and lost.
The heavy emptiness, never light
Like the dull pain of your footsteps
on the difficult and inhospitable pavement.
To sting you, the usual insect
and the same annoyance
You can't soothe it, in its unreachable place
And that pass full of fog
It now leads you to a frosty night.
La strada
Tornando alla fontana
per capire da dove sei partito
in un tempo lontano
se di calma o meno
dal sole in una piazza
o sotto un cielo nero.
Quale terra hai camminato
nuda o fiorita
arida bagnata
in discesa o più salita
se i riposi meditati
han raccolto frutta dagli alberi.
Un po' siedi, un po' riparti
seminando sassi abbandonati
pezzi di destino.
Mordi le parole, affanni respiri
siedi una sosta dopo anni
girandoti indietro
la visione lacunare
di una cupa penombra.
Accompagni il tuo cuore spento
al solito ritmo, mai un sobbalzo
e lo sguardo dritto e perso.
Il vuoto pesante, mai lieve
come il sordo dolore dei tuoi passi
sul selciato difficile e inospitale.
A pungerti, il solito insetto
e lo stesso fastidio
non puoi lenirlo, nel suo punto irraggiungibile
e quel valico pieno di nebbia
ti porta adesso verso una notte gelida.
Leave
Under the Black Rock
gocciolan silent
From a cold cave
of briars and mosses.
From there it descends
A great canal
full of snow
That Candida rests.
An aquila goes to heaven
Launching its suspended cry
On the long echo
resounding the valley.
Lonely and proud
Tack in height
To the mountain
its steep fortress.
The air is so cold
It's a sword
That the chest breaks
The heart leaps
behind a long shiver.
A harp resounds
of wind ropes
between fir and larch needles
on curved branches
from the weight of the ice.
Every note
Part of enchantment
And flying
The many small crystals
They are angels of luminous glass
of light grace
on cold lips
A word dies.
Talking would like to
And she's alone.
Snow becomes heavenly
The light goes down
while the forest is quiet.
Eagles cease to fly
The Gold Trade Closed
I'm a necklace of spheres
Tinkling.
Lonely and icy charm
Shared with the soul
And the chant of the rivulets
Flowing under the stones
of frozen transparencies.
So placid, silent
In the night
He stops, cooling himself
life.
Lasciare
Sotto la roccia nera
gocciolan stille
da una grotta fredda
di radiche e muschi.
Da lì scende
un grande canale
pieno di neve
che candida riposa.
Un’aquila sale al cielo
lanciandone il grido sospeso
sulla lunga eco
risuonante la valle.
Sola e fiera
vira in altezza
verso la montagna
sua scoscesa fortezza.
L’aria tanto fredda
è una spada
che il petto spezza
il cuore sobbalza
dietro un lungo brivido.
Risuona un’arpa
di corde di vento
fra aghi di abeti e larici
sui rami ricurvi
dal peso dei ghiacci.
Ogni nota
parte d’incanto
e volando
i tanti piccoli cristalli
son angeli di vetro luminoso
di grazia leggera
sulle labbra fredde
muore una parola.
Parlare vorrebbe
ed è sola.
Celeste diviene la neve
cala la luce
mentre il bosco si cheta.
Le aquile cessano il volo
le gocce or ferme
sono una collana di sfere
tintinnanti.
Fascino solo e gelido
condiviso con l’anima
e la cantilena dei rivoli
che scorrono sotto i sassi
delle trasparenze gelate.
Così placida, silente
nella notte
si ferma, freddandosi
la vita.
BARBARA DI SACCO
BARBARA DI SACCO is an Italian poet, born in Tuscany in 1964. Her poetry is free, flying like a butterfly, describing landscapes of the Maremma the beautiful countryside and the sea, weaving a fabric of metaphors, concerning feelings about love and existence. The themes vary greatly, on the wings of imagination and inspiration, in her travels introspective, in dreams and in the past of one's own experience.
BARBARA DI SACCO è una poetessa italiana, nata in Toscana nel 1964. La sua poesia libera, vola come una farfalla, descrivendo paesaggi della Maremma la bella campagna e il mare, tessendo un tessuto di metafore, riguardanti sentimenti profondi, su amore ed esistenza. I temi variano molto, sulle ali della fantasia ed ispirazione, nei suoi viaggi introspettivi, nei sogni e nel passato del proprio vissuto.
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